martedì 1 maggio 2012

Passerella finale



Eagles Pagliare - Vis Centobuchi  2-2
Eagles Pagliare (4-2-4) Armillei, Trasatti, Capriotti, Ferra, Pignati, Capecci, Sciarroni, Maranesi, Bovara (Toria), Perri G. (Angelozzi), Giobbi. All. Damiani G.
Reti: Autorete, Capriotti
Ultima di campionato al comunale di Pagliare, scendono in campo tutti i ragazzi che hanno avuto meno spazio durante l'anno, ma che sono stati sempre presenti nel corso della stagione.
Nonostante uno spregiudicato 4-2-4, nel primo tempo controlliamo agevolmente la gara senza però avere grandissime occasioni da rete.
La ripresa comincia con il nostro vantaggio: Sciarroni dopo aver duettato con Giobbi, arriva sul fondo e mette in mezzo per Maranesi, anticipato però da un avversario che spedisce la sfera nella propria porta. A questo punto gli ospiti si riversano in attacco e nel giro di pochi minuti ribaltano il punteggio fissandolo sull' 1-2.Nelle battute finali, con una punizione dalla traiettoria indecifrabile, è lo Zar Capriotti a ristabilire l'equilibrio, beffando l'estremo difensore del Centobuchi e riassaporando il gusto della rete dopo ben due anni.
Una lode ai nostri 13 leoni che sotto un sole cocente hanno lottato fino alla fine, meritando cosi i nostri impietosi commenti.
Armillei: L'agilità di Neuer, i riflessi di Julio Cesar, l'esperienza di Buffon, la pelata di Barthez. Cerca di riunire in se tutte le qualità migliori del portiere perfetto ma gli riesce a perfezione soltanto l'imitazione di Barthez.
Trasatti: Il suo scatto palla al piede travolgendo tutto quello c'è intorno è un marchio di fabbrica, secondo solo al Moonwalk di Michael Jackson: entrambi non servono a un cazzo, ma uno lo puoi almeno usare per cuccare in discoteca.
Capriotti: Polmone inesauribile sulla fascia sinistra, i suoi tocchi di palla sono precisi e delicati come le martellate di un maniscalco ungherese dell'alto medioevo. Il suo leggendario "svrzò" da calcio piazzato miete un'altra vittima, stavolta è il portiere del Centobuchi a capitolare in chiaro stato di ebbrezza.
Ferra: Quando tutta la squadra inizia a barcollare, lui dimostra la sicurezza del giocatore navigato. La stessa baldanzosa arroganza di Ulisse, il quale, prima di incontrare le sirene, decise di usare il palo per far vedere a quelle stronze due numeri di Burlesque.
Pignati: I guai fisici lo fanno essere meno determinato del solito. Meno male, perchè più determinato del solito avrebbe voluto dire commettere atti di cannibalismo sugli avversari.
Maranesi: Stagione fatta di alti e bassi per il bomber cileno, alti come tutte le gare del sabato, proprio come questa, bassi come tutte le partite disputate la domenica mattina.
Capecci: Ci si rende conto che ha qualche problema fisico per le smorfie di dolore e la mano tenuta all'altezza del fegato, che egli, curiosamente chiama milza, forse perchè cosciente del fatto che, dopo anni di grappe, whisky torbati, limoncelli, birre e distillati, non è possibile che il suo corpo sia dotato ancora di un fegato. 
Bovara: Rientra dopo essere stato infortunato diversi mesi e ad inizio secondo tempo deve lasciare il campo per un nuovo infortunio. Di questo passo concorrerà al premio Swarovski dell'anno con il campione in carica Maurizi.
Perri G.: Passa rapidamente da giudizi come "lo vogliamo subito al posto di Benedetto XVI" a opinioni tipo "fuciliamolo a morte ma non prima di averlo torturato con la visione di filmati di Darko Pancev" mandando in crisi e confusione i giornalisti sportivi di tutto il mondo.
Giobbi: Con l'arrivo della primavera è fiorito come la fava che il buon Trasatti ha lanciato addosso a Capecci a fine partita. Bene così ma nella prossima stagione ci aspettiamo una fioritura anticipata.
Toria: Sfinisce gli avversari senza ricorrere alla violenza, ma rimanendo loro alle calcagna ovunque si spostino. In confronto a lui gli ispettori di Equitalia sembrano più mansueti di una pecorella.
Angelozzi: Entra nella ripresa ed eleva il tasso tecnico degli avversari. In soli tre giorni passa da essere portiere paratutto a Gattuso della Vallata. In alcuni frangenti della partita è talmente immobile che alcuni turisti giapponesi lo fotografano da più angolazioni credendolo un'opera del Donatello.

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